Direttiva Quadro Acque (UE 2000/60)
La Direttiva sulle acque 2000/60/CE (DQA) istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque interne superficiali, di transizione, costiere e sotterranee, perseguendo scopi che riguardano tanto il profilo ambientale quanto quello più prettamente economico e sociale della gestione della risorsa.
Scopi della DQA (articolo 1):
• prevenire il deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici (e degli ecosistemi terrestri dipendenti);
• assicurare un utilizzo idrico sostenibile a lungo termine;
• perseguire la graduale riduzione e arresto degli scarichi delle sostanze inquinanti;
• assicurare la graduale riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee impedendone anche l’aumento;
• contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità;
• riconoscere ai servizi idrici il giusto prezzo attraverso l’introduzione di principi dell’analisi economica, come quelli del “polluter pays” (chi inquina paga) e del “full cost recovery” (recupero dei costi dei servizi idrici).
La DQA è integrata da diverse normative comunitarie in tema di acque più mirate che, pur trattando discipline specifiche, hanno in comune la finalità della tutela della risorsa.
Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, la DQA si fonda per la prima volta su un approccio olistico che scaturisce dal principio fondante che “l’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”.
Con la DQA viene, quindi, introdotta la gestione a scala di bacino il cui coordinamento è garantito da un unico soggetto competente, che in Italia è rappresentato dalle Autorità di bacino distrettuali.
Il Piano di Gestione di bacino idrografico costituisce il masterplan di riferimento per raggiungere il principale obiettivo ambientale del buono stato/potenziale di tutti i corpi idrici entro precise scadenze (ovvero al 2015, con la possibilità di prorogare, a precise condizioni, al 2021 o al 2027, o derogare per situazioni e motivazioni specifiche o per condizioni naturali).
Il recepimento della Direttiva quadro all’interno dell’ordinamento nazionale è avvenuto attraverso la Parte Terza del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.